Cassazione penale Sez. III sentenza n. 43986 del 2 novembre 2015

ECLI:IT:CASS:2015:43986PEN

Massima

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La coltivazione di piante atte alla produzione di sostanze stupefacenti, anche in modesta quantità, integra il reato di cui all'art. 73, comma 5, del D.P.R. n. 309/1990, salvo che il giudice accerti in concreto l'inoffensività della condotta, tale da rendere sostanzialmente irrilevante l'aumento di disponibilità di droga e non prospettabile alcun pericolo di ulteriore diffusione. Ai fini di tale valutazione, non è sufficiente considerare il solo dato quantitativo del principio attivo ricavabile, ma occorre esaminare anche l'estensione e il livello di strutturazione della coltivazione, al fine di verificare se da essa possa derivare una produzione di sostanza stupefacente esulante dall'autoconsumo e potenzialmente idonea ad incrementare il mercato. Diversamente, la condotta di coltivazione, per la sua modestia, deve ritenersi priva di rilevanza penale, in quanto non idonea a integrare gli estremi del reato, in ossequio al principio secondo il quale non costituisce reato la detenzione di stupefacente destinato all'esclusivo uso personale. Quanto alla detenzione di sostanza stupefacente, il giudice può desumere la finalità di spaccio dalla quantità della droga posseduta, in relazione alle condizioni economiche dell'imputato, ove queste ultime non giustifichino il possesso di una scorta di stupefacente per uso personale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MANNINO Saverio F. - Presidente

Dott. FRANCO Amedeo - Consigliere

Dott. ACETO Aldo - Consigliere

Dott. GENTILI Andrea - rel. Consigliere

Dott. SCARCELLA Alessio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 1494 della Corte di appello di Firenze, del 5 maggio 2014;
letti gli atti di causa, la sentenza impugnata e il ricorso introduttivo;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. Andrea GENTILI;
sentito il PM, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. DELEHAYE Enrico, il quale ha concluso chiedendo la dichiarazione di inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
La Corte di appello di Firenze, con sentenza del 5 maggio 201…

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