Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La diffamazione aggravata, anche se commessa al di fuori dell'esercizio dell'attività giornalistica, è punibile con una pena detentiva, purché la gravità dei fatti e la personalità dell'autore del reato rendano tale sanzione proporzionata e necessaria per realizzare la funzione rieducativa della pena. Tuttavia, la pena detentiva non può essere irrogata in modo automatico, ma deve essere adeguatamente motivata dal giudice di merito, tenendo conto delle circostanze del caso concreto e del bilanciamento tra il diritto alla reputazione della persona offesa e la libertà di espressione dell'imputato. Inoltre, il giudice deve verificare che la pena detentiva non risulti sproporzionata rispetto alla gravità del fatto, in ossequio ai principi costituzionali e della Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Qualora il giudice di merito non motivi adeguatamente la scelta della pena detentiva, la sentenza deve essere annullata e rinviata per un nuovo giudizio sul trattamento sanzionatorio.