Cassazione penale Sez. II sentenza n. 7046 del 23 febbraio 2012

ECLI:IT:CASS:2012:7046PEN

Massima

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Il reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, di cui all'art. 74 del D.P.R. n. 309/1990, si configura quando sussistono tre elementi essenziali: a) l'esistenza di un gruppo, i cui membri siano consapevolmente aggregati per il compimento di una serie indeterminata di reati in materia di stupefacenti; b) l'organizzazione di attività personali e di beni economici per il perseguimento del fine illecito comune, con l'assunzione dell'impegno di apportarli anche in futuro per attuare il piano permanente criminoso; c) l'apporto individuale apprezzabile e non episodico di almeno tre associati, che integri un contributo alla stabilità dell'unione illecita. Ai fini della configurabilità di tale reato associativo, l'elemento dell'organizzazione assume un rilievo secondario, essendo sufficiente anche una minima organizzazione, purché dimostri che l'accordo illecito permanente teso alla realizzazione di una serie indeterminata di reati possa dirsi seriamente contratto. Inoltre, non è necessario che il vincolo associativo fra il singolo e l'organizzazione si instauri nella prospettiva di una sua futura permanenza a tempo indeterminato e per fini di esclusivo vantaggio dell'organizzazione stessa, ben potendosi pensare a forme di partecipazione destinate "ab origine" ad una durata limitata nel tempo e caratterizzate da una finalità che, oltre a comprendere l'obiettivo vantaggio del sodalizio criminoso, comprenda anche il perseguimento, da parte del singolo, di vantaggi ulteriori, suoi personali. La sussistenza degli elementi costitutivi del reato associativo può essere desunta da una pluralità di elementi probatori, quali le dichiarazioni di collaboratori di giustizia, le risultanze delle intercettazioni telefoniche e il sequestro di ingenti quantitativi di droga, che dimostrino l'esistenza di un accordo finalizzato al compimento di una serie indeterminata di reati in materia di stupefacenti, l'organizzazione di attività personali e di beni economici per il perseguimento del fine illecito comune, nonché l'apporto individuale apprezzabile e non episodico di almeno tre associati. Infine, in relazione alle esigenze cautelari, la presunzione assoluta di pericolosità sociale per il reato di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti è stata trasformata in una presunzione relativa, per cui il giudice deve valutare, nel caso concreto, se le esigenze cautelari possano essere soddisfatte con misure diverse dalla custodia cautelare in carcere, tenendo conto della caratura criminale degli indagati, dell'entità dei traffici posti in essere e del pericolo di reiterazione del reato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ESPOSITO Antonio - Presidente

Dott. TADDEI Margherita - Consigliere

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Consigliere

Dott. CHINDEMI Domenic - rel. Consigliere

Dott. CERVADORO Mirella - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

2) (OMISSIS), N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 315/2011 TRIB. LIBERTA' di NAPOLI, del 05/09/2011;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. DOMENICO CHINDEMI;

lette/sentite le conclusioni del PG Dott. ((omissis)), che chiede il rigetto del ricorso per (OMISSIS) e l'annullamento con rinvio per (OMISSIS).

OSSERVA IN FATTO

Il Trib…

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