Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 21899 del 5 maggio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:21899PEN

Massima

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Il comportamento gravemente imprudente, negligente e scorretto di un pubblico amministratore, che viola il dovere di imparzialità nell'esercizio delle sue funzioni, contribuendo a indurre in errore l'autorità giudiziaria e causando così la sua ingiusta detenzione, integra una condotta ostativa al riconoscimento del diritto alla riparazione per ingiusta detenzione, anche in assenza di una sua penale responsabilità per i reati contestati. Il pubblico amministratore è tenuto a osservare rigorosamente il dovere di imparzialità nello svolgimento delle sue funzioni, astenendosi da qualsiasi condotta che possa anche solo apparire come una commistione tra interessi pubblici e privati. Eventuali violazioni di tale dovere, che abbiano concorso a determinare l'adozione di una misura cautelare poi risultata ingiusta, integrano una condotta gravemente colposa idonea a escludere il diritto alla riparazione, in quanto espressiva di un comportamento ostativo all'insorgere di tale diritto. La valutazione della condotta del pubblico amministratore ai fini del riconoscimento della riparazione per ingiusta detenzione deve essere condotta sul piano della colpa grave, a prescindere dall'accertamento della sua responsabilità penale per i reati contestati. Ciò in quanto la riparazione per ingiusta detenzione presuppone non solo l'accertamento dell'ingiustizia della misura cautelare, ma anche l'assenza di comportamenti gravemente colposi da parte dell'interessato che abbiano concorso a determinarne l'adozione. Pertanto, anche in caso di assoluzione dell'imputato dai reati contestati, il giudice può legittimamente negare il diritto alla riparazione per ingiusta detenzione qualora accerti la sussistenza di una condotta gravemente imprudente, negligente e scorretta del pubblico amministratore, in violazione del dovere di imparzialità, che abbia contribuito a indurre in errore l'autorità giudiziaria e a determinare l'adozione della misura cautelare poi risultata ingiusta.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IZZO Fausto - Presidente

Dott. MONTAGNI Andrea - Consigliere

Dott. GIANNITI Pasquale - Consigliere

Dott. SERRAO Eugenia - Consigliere

Dott. CAPPELLO Gabriella - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) n. (OMISSIS);
avverso la ordinanza 95/2015 della CORTE d'APPELLO di NAPOLI in data 16/02/2016;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
fatta la relazione dal Cons. dott. Gabriella CAPPELLO;
lette le conclusioni del Procuratore Generale, in persona del dott. Giuseppe CORASANITI, che ha concluso per il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte d'Appello di Napoli ha rigettato la richiesta di riparazione per ingiusta detenz…

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