Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: In tema di successione di leggi penali, ai fini dell'individuazione della normativa di favore per il reo, non è consentita l'applicazione simultanea di disposizioni più favorevoli della nuova legge e della vecchia legge, secondo il criterio della maggiore convenienza per l'imputato, ma occorre applicare integralmente quella delle due discipline che, nel suo complesso, risulti più vantaggiosa al reo in relazione alla vicenda concreta oggetto di giudizio. Pertanto, in caso di reato commesso prima della riforma del 2005 sulla prescrizione, qualora sia stata applicata la recidiva reiterata e infraquinquennale, la disciplina più favorevole è quella precedente alla riforma, in quanto tiene conto di quanto disposto dall'articolo 69 c.p. per l'individuazione del tempo necessario a prescrivere. Inoltre, il ricorso per cassazione è inammissibile quando manchi l'indicazione della correlazione tra le ragioni argomentate dalla decisione impugnata e quelle poste a fondamento dell'atto di impugnazione, che non può ignorare le affermazioni del provvedimento censurato, senza cadere nel vizio di aspecificità.