Cassazione penale Sez. V sentenza n. 13778 del 22 marzo 2013

ECLI:IT:CASS:2013:13778PEN

Massima

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Il reato di diffamazione non può essere giustificato dalla provocazione, anche se il fatto ingiusto attribuito al soggetto diffamato sia diretto verso una persona diversa dall'autore della diffamazione, a meno che non sia dimostrato un legame di adeguato spessore tra l'autore della diffamazione e la persona offesa dal fatto ingiusto. La Corte di Cassazione, nel confermare la condanna per diffamazione, ha rilevato l'assenza di un collegamento diretto tra il fatto ingiusto attribuito al querelante e le espressioni offensive utilizzate dall'imputata, nonché la mancata dimostrazione di un legame di adeguato spessore tra l'imputata e la persona offesa dal fatto ingiusto. Pertanto, pur riconoscendo astrattamente la possibilità di configurare la scriminante della provocazione anche quando il fatto ingiusto sia diretto verso persona diversa dall'autore della diffamazione, la Corte ha escluso in concreto tale esimente, in assenza dei necessari presupposti fattuali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giuliana - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - rel. Consigliere

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 38/2011 CORTE APPELLO di POTENZA, del 21/10/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 21/11/2012 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANTONIO BEVERE;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. IZZO Giacchino che ha concluso per l'a.c.r.;

udito, per la parte civile, l'avv. (OMISSIS);

udito il difensore avv. (OMISSIS).

FATTO E DIRITT…

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