Il favoreggiamento e lo sfruttamento della prostituzione, anche se avvenuti all'interno di un circolo privato che offre spettacoli di spogliarello, integrano reati gravi che devono essere puniti con pene adeguate, in considerazione della sistematicità e durata delle condotte delittuose, commesse in danno di persone in condizione di soggezione o inferiorità per la loro condizione di straniere clandestine o prive di altre fonti di reddito. Il giudice può legittimamente negare le circostanze attenuanti generiche, pur avendo considerato elementi favorevoli come la giovane età e la modestia dei precedenti penali degli imputati, in ragione della gravità oggettiva dei fatti e della negativa valutazione della personalità dei colpevoli. La determinazione della pena nel minimo edittale, con eventuali aumenti per la continuazione, rientra nel potere discrezionale del giudice di merito e non è sindacabile in sede di legittimità, se adeguatamente motivata. La sentenza di condanna costituisce atto interruttivo del termine prescrizionale, il cui decorso non può essere rilevato d'ufficio in sede di legittimità in caso di inammissibilità del ricorso.