Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 43781 del 20 ottobre 2014

ECLI:IT:CASS:2014:43781PEN

Massima

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La conoscenza e il coinvolgimento di un soggetto nelle attività illecite di un'associazione mafiosa, anche se non direttamente partecipi agli atti criminosi, possono integrare gravi indizi di colpevolezza ai fini dell'applicazione di una misura cautelare, qualora emergano elementi probatori che dimostrino la sua piena compenetrazione negli affari del gruppo criminale, come la consapevolezza delle dinamiche interne, il ruolo di intermediario nelle comunicazioni tra i membri detenuti e quelli in libertà, nonché il contributo fornito per il perseguimento degli scopi illeciti dell'organizzazione, anche attraverso il compimento di atti strumentali, come il trasferimento di ordini e messaggi. Tali elementi, desumibili dalle risultanze delle intercettazioni, anche se non direttamente riferiti al possesso di armi o all'esecuzione di specifici reati, possono essere ritenuti sufficienti per giustificare l'emissione di una misura cautelare, in assenza di una lettura alternativa delle conversazioni che ne dimostri l'infondatezza. Inoltre, il contributo fornito dal soggetto nell'ambito di attività estorsive, anche se non direttamente qualificabili come atti di violenza o minaccia, può essere considerato rilevante ai fini della sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza per il reato associativo, qualora emerga che tali condotte abbiano effettivamente inciso sulla volontà della vittima, inducendola a cedere a richieste sproporzionate rispetto alle sue iniziali intenzioni.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IPPOLITO Francesco - Presidente

Dott. LEO Guglielmo - Consigliere

Dott. PETRUZZELLIS Anna - rel. Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso l'ordinanza del 13/02/2014 del Tribunale di Reggio Calabria;

visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal componente Dott. PETRUZZELLIS Anna;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. RIELLO Luigi, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

udito l'avv. (OMISSIS), che si e' riportato al ricorso.

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