Il muro di sostegno realizzato con massi ciclopici, che crea un terrapieno artificiale funzionale all'ampliamento di un piazzale, costituisce una nuova costruzione soggetta al rispetto delle norme sulle distanze dai confini di proprietà, anche se prevista in un piano attuativo scaduto e non integralmente realizzato. Tale opera non può essere ricondotta alla tipologia dei muri di confine, in quanto, per la sua altezza e consistenza, non presenta continuità con il muro preesistente in cemento armato, ma realizza ex novo un terrapieno artificiale, con tutte le conseguenze in termini di rispetto delle distanze dai confini. La sopravvenuta disciplina regolamentare che legittima i terrapieni artificiali di altezza superiore a 1,50 metri non trova applicazione nel caso di specie, in quanto il muro realizzato non risulta conforme nemmeno a tali nuove disposizioni, in quanto non risulta inscritto nella linea inclinata di 45 gradi con origine dalla intersezione della quota del terreno con il confine di proprietà. Pertanto, l'ordine di demolizione e ripristino dello stato dei luoghi è legittimo, in quanto l'opera realizzata in assenza del rispetto delle distanze dai confini costituisce un abuso edilizio.