L'Amministrazione è tenuta a concludere il procedimento amministrativo entro il termine previsto dalla legge, adottando un provvedimento espresso, nel rispetto dei principi di correttezza, buona fede e diligenza. Il silenzio serbato dall'Amministrazione oltre il termine stabilito dalla normativa configura un'ipotesi di silenzio-inadempimento, che legittima il ricorrente a chiedere l'accertamento dell'illegittimità del silenzio e la condanna dell'Amministrazione all'adozione di un provvedimento espresso. Il principio di buona amministrazione impone all'Amministrazione di agire con tempestività, trasparenza e imparzialità, garantendo il rispetto dei diritti e degli interessi dei cittadini. L'inerzia amministrativa, oltre a ledere il principio di certezza del diritto, può cagionare un pregiudizio al privato, il quale ha diritto ad ottenere una risposta espressa entro il termine previsto. L'Amministrazione, pertanto, non può sottrarsi all'obbligo di provvedere, essendo tenuta a concludere il procedimento con un provvedimento espresso, motivato e conforme alla legge, al fine di assicurare la tutela delle posizioni giuridiche soggettive del privato. Il mancato rispetto del termine di conclusione del procedimento, oltre a configurare un'ipotesi di silenzio-inadempimento, può integrare gli estremi dell'eccesso di potere per violazione di legge e sviamento di potere.