Cassazione penale Sez. II sentenza n. 33867 del 25 luglio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:33867PEN

Massima

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Il falso documentale, anche se non concretamente idoneo a trarre in inganno i destinatari, integra il delitto di truffa tentata qualora i documenti siano stati precedentemente utilizzati con successo per indurre in errore altri soggetti, dimostrando così la loro idoneità ingannatoria. La mera confessione dell'imputato, pur utile all'accertamento del reato, non è sufficiente a integrare la circostanza attenuante della collaborazione, in assenza di un effettivo contributo alla elisione o attenuazione delle conseguenze dannose o pericolose del reato. La determinazione della pena, anche in relazione alle circostanze, rientra nella discrezionalità del giudice di merito, il cui esercizio non è censurabile in sede di legittimità se non in caso di manifesta illogicità o arbitrarietà.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CAMMINO Matilde - Presidente

Dott. IMPERIALI Luciano - Consigliere

Dott. MANTOVANO Alfredo - Consigliere

Dott. CIANFROCCA Pierluigi - Consigliere

Dott. TUTINELLI Vincenzo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 09/01/2018 della CORTE APPELLO di PALERMO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. TUTINELLI VINCENZO;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott.ssa ZACCO FRANCA;
Il Proc. Gen. conclude per l'inammissibilita'.
RITENUTO IN FATTO
1. Con il provvedimento impugnato, la Corte di appello di Palermo ha confermato la dichiarazi…

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