Il provvedimento amministrativo che nega il mantenimento di strutture edilizie precedentemente autorizzate perde efficacia nel corso del giudizio, rendendo improcedibile il ricorso per sopravvenuta carenza di interesse del ricorrente, il quale dovrà proporre una nuova istanza per l'anno successivo. In tali casi, il giudice amministrativo dispone la compensazione delle spese di lite, in considerazione della natura delle questioni oggetto del giudizio. Il principio di diritto che emerge dalla sentenza è che il venir meno dell'interesse del ricorrente a seguito della perdita di efficacia del provvedimento impugnato determina l'improcedibilità del ricorso, senza che ciò comporti una pronuncia nel merito. Inoltre, la compensazione delle spese di lite è giustificata dalla particolare natura delle questioni trattate, che non consentono di individuare una parte soccombente in senso stretto. La massima evidenzia come il giudice amministrativo debba valutare attentamente la sussistenza dell'interesse del ricorrente, anche in relazione all'evoluzione della situazione fattuale e giuridica nel corso del giudizio, e come la decisione sulle spese di lite possa essere modulata in ragione delle peculiarità del caso concreto, al fine di assicurare un'equa ripartizione degli oneri processuali.