La revoca della concessione per la gestione di una rivendita di generi di monopolio è legittima quando il concessionario, per fatti a lui imputabili, abbia gravemente compromesso il rapporto fiduciario sotteso al provvedimento concessorio, anche in presenza di un solo episodio di assenza ingiustificata dalla rivendita, in quanto la vendita di tali generi è associata a un regime improntato a particolare severità, in ragione delle specifiche responsabilità attribuite al concessionario e della necessità di garantire la tutela di interessi generali, quali la liceità del gioco e la realizzazione del prelievo fiscale. Il concessionario non può invocare cause di forza maggiore a giustificazione del proprio inadempimento, se non le ha tempestivamente rappresentate all'amministrazione concedente, mantenendo invece un atteggiamento non improntato a trasparenza, come dimostrato dalla mancata comunicazione di tali circostanze anche in occasione di successivi contatti con l'amministrazione, come la richiesta di trasferimento della privativa fiscale. In tali ipotesi, il venir meno del rapporto fiduciario tra concessionario e amministrazione concedente legittima la revoca della concessione, anche in assenza di una specifica previsione contrattuale in tal senso, in quanto espressione di un principio generale sotteso alla disciplina concessoria.