Cassazione penale Sez. III sentenza n. 20018 del 6 luglio 2020

ECLI:IT:CASS:2020:20018PEN

Massima

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Il delitto di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti di cui all'art. 74 del D.P.R. n. 309/1990 si configura anche in assenza di una formale investitura o di una conoscenza reciproca tra tutti gli associati, essendo sufficiente la consapevolezza e la volontà di partecipare, assieme ad almeno altre due persone aventi la medesima consapevolezza e volontà, ad una società criminosa strutturata e finalizzata allo spaccio di droga. La condotta di partecipazione all'associazione può essere desunta anche dalla commissione di singoli episodi criminosi, come la costante disponibilità all'acquisto di stupefacenti, ove sussista la consapevolezza che tale condotta garantisce l'operatività dell'associazione e riveli quindi la presenza dell'affectio societatis tra l'acquirente e i fornitori. Non è necessario che le successive condotte delittuose dei singoli partecipi siano compiute in nome e per conto dell'associazione, essendo sufficiente che rientrino nel programma criminoso della stessa. Ai fini della configurabilità del delitto associativo, inoltre, non rileva la diversità degli scopi personali e degli utili che i singoli partecipi, fornitori ed acquirenti, si propongono di ottenere dallo svolgimento della complessiva attività criminale, essendo sufficiente l'esistenza tra di loro di una durevole comunanza di scopo, costituita dall'interesse ad immettere sostanza stupefacente sul mercato del consumo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ANDREAZZA Gastone - Presidente

Dott. LIBERATI Giovanni - Consigliere

Dott. SEMERARO Luca - Consigliere

Dott. CORBETTA Stefano - Consigliere

Dott. REYNAUD Gianni F. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato in (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 01/10/2019 del Tribunale di Reggio Calabria;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
sentita la relazione svolta dal consigliere Gianni Filippo Reynaud;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Filippi Paola, che ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza del 1 ottobre 2019, il Tribunale di Reggio Calabria ha re…

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