Cassazione penale Sez. V sentenza n. 38737 del 23 settembre 2014

ECLI:IT:CASS:2014:38737PEN

Massima

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Il reato di diffamazione, di cui all'art. 595 c.p., tutela l'onore e la reputazione di ciascun cittadino, intesi come il riflesso della valutazione sociale della persona. L'accertamento della punibilità dell'imputato a tale titolo implica la valutazione diretta a stabilire se il contenuto della comunicazione rivolta a più persone rechi in sé la portata lesiva della reputazione altrui, che costituisce l'elemento essenziale del reato. A tal fine, occorre fare riferimento a un criterio di media convenzionale in rapporto alle personalità dell'offeso e dell'offensore, nonché al contesto nel quale le espressioni siano state pronunciate e alla coscienza sociale. Non ogni espressione "forte" o pungente che crei disappunto è automaticamente offensiva ai fini della responsabilità penale, essendo necessaria la verifica della obiettiva capacità offensiva delle parole utilizzate, da valutarsi in base al loro significato socialmente condiviso. Il dolo nei reati contro l'onore ha natura generica e può assumere anche la forma del dolo eventuale, essendo sufficiente che l'agente faccia consapevolmente uso di espressioni idonee ad assumere portata offensiva, con la concreta possibilità che il soggetto passivo si percepisca come destinatario delle stesse. Tuttavia, l'intento di discolparsi o di criticare l'operato altrui, pur potendo comportare l'uso di espressioni pungenti, può escludere la volontà dell'imputato di divulgare qualità negative della persona offesa, prescindendo dalla vicenda concreta. Pertanto, il giudice è tenuto a valutare l'offensività delle espressioni utilizzate dall'imputato nel contesto specifico in cui sono state pronunciate, al fine di accertare se le stesse siano state effettivamente proferite con l'intenzione di ledere la reputazione altrui, ovvero se tale intento possa ritenersi escluso dall'obiettivo di discolparsi o di criticare l'operato della persona offesa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DUBOLINO Pietro - Presidente

Dott. PEZZULLO Rosa - rel. Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. POSITANO Gabriele - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 6/2013 TRIBUNALE di PALERMO, del 27/05/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 26/05/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ROSA PEZZULLO;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale, Dott. Selvaggi Eugenio, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

udito il difensore dell'imputato, avv. (OMISSIS), che ha c…

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