Cassazione penale Sez. II sentenza n. 46626 del 25 novembre 2015

ECLI:IT:CASS:2015:46626PEN

Massima

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Il reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare un'associazione criminale si configura quando, con minaccia e violenza derivanti dalla forza di intimidazione di un'organizzazione mafiosa, si costringe la vittima a corrispondere una somma di denaro, procurandosi così un ingiusto profitto. La responsabilità penale dell'imputato può essere provata anche attraverso le dichiarazioni di collaboratori di giustizia, purché siano adeguatamente riscontrate da altri elementi probatori, anche indiretti, che ne confermino la veridicità e l'attendibilità. Il giudice di appello, nel riformare una sentenza di assoluzione, deve fornire una motivazione "rafforzata" che si confronti specificamente con le argomentazioni del primo giudice e con le censure della difesa, superandole con una motivazione logica e completa. La mancata concessione delle attenuanti generiche è insindacabile in cassazione se sorretta da adeguata motivazione, senza necessità di esaminare tutti gli elementi favorevoli dedotti dalle parti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ESPOSITO Antonio - Presidente

Dott. GALLO Domenico - rel. Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andrea - Consigliere

Dott. BELTRANI Sergio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza 8/7/2014 della Corte d'appello di Napoli, 7 sezione penale;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere ((omissis));
udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale, dott. D'AMBROSIO Vito che ha con…

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