Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 13106 del 25 marzo 2009

ECLI:IT:CASS:2009:13106PEN

Massima

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Il giudice, nel valutare la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza e del pericolo di fuga o di reiterazione del reato ai fini dell'applicazione di una misura cautelare personale, deve tenere conto di tutti gli elementi di fatto rilevanti, sia a carico che a favore dell'indagato, effettuando una valutazione complessiva della sua personalità e della sua pericolosità sociale, senza limitarsi a considerare solo gli elementi sfavorevoli. Tuttavia, la motivazione del provvedimento cautelare non è sindacabile in sede di legittimità, se il giudice ha dato conto in modo puntuale e adeguato delle ragioni del proprio giudizio, enunciando analiticamente gli elementi e le circostanze di fatto convergenti e rilevanti a tal fine, anche quando l'indagato tende a sollecitare un non consentito riesame del merito attraverso la rilettura delle risultanze acquisite.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. GRAMENDOLA Francesco P. - Consigliere

Dott. COLLA Giorgio - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) GO. SH. , N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 25/11/2008 TRIB. LIBERTA' di MILANO;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dr. GRAMENDOLA FRANCESCO PAOLO;

sentite le conclusioni del P.G. Dr. ((omissis)), che ha chiesto la inammissibilita' del ricorso.

OSSERVA IN FATTO E IN DIRITTO

Con l'ordinanza indicata in epigrafe il Tribunale di Milano, adito dall'indagato Go. Sh. …

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