Il reato di cui all'articolo 440 del codice penale, concernente la vendita o la somministrazione di sostanze alimentari nocive per la salute pubblica, è un reato di mero pericolo, per la cui configurazione non è necessario l'accertamento di un evento dannoso, essendo sufficienti la modifica in senso deteriore delle carni destinate al consumo umano e l'esistenza di un pericolo concreto per la salute pubblica. Tuttavia, nel caso in cui le tracce della sostanza vietata siano state rinvenute in quantità talmente esigue da non costituire un pericolo effettivo per la salute pubblica, e le autorità sanitarie abbiano disposto il dissequestro degli alimenti, il giudice può legittimamente escludere la sussistenza del reato per mancanza di prova della condotta materiale e dell'effettivo pericolo, anche in assenza di accertamento della volontarietà della somministrazione della sostanza nociva. Il principio di diritto che emerge dalla sentenza è che, ai fini della configurabilità del reato di cui all'articolo 440 c.p., è necessario l'accertamento di un pericolo concreto e non meramente astratto per la salute pubblica, derivante dalla modifica in senso deteriore delle sostanze alimentari destinate al consumo umano, senza che sia richiesta la prova dell'evento dannoso o della volontarietà della condotta. Tuttavia, qualora le tracce della sostanza vietata siano di entità talmente esigua da non costituire un pericolo effettivo, il giudice può legittimamente escludere la sussistenza del reato, anche in assenza di accertamento della volontarietà della somministrazione.