Il mancato preventivo ottenimento del parere vincolante dell'autorità preposta alla tutela dei vincoli paesaggistici sull'area oggetto di abuso edilizio, di cui il richiedente era a conoscenza, impedisce la formazione del silenzio-assenso sulla domanda di condono edilizio, anche qualora siano decorsi i termini di legge, in quanto il rilascio della concessione in sanatoria per abusi in zone vincolate presuppone necessariamente il parere favorevole di tale autorità. Inoltre, la rinuncia espressa e incondizionata alla precedente domanda di condono edilizio non può essere subordinata al positivo esito di una successiva istanza, essendo la rinuncia efficace di per sé. Infine, né la legge n. 326/2003 né l'art. 40 della legge n. 47/1985 legittimano l'applicazione del più favorevole regime previsto dalla legge n. 724/1994 per abusi commessi dopo il 31 dicembre 1993, così come l'art. 10 della L.R. Lazio n. 12/2004 non consente di derogare all'applicazione del regime meno favorevole di tale legge se non per le istanze prodotte prima della sua entrata in vigore.