Il Tribunale Regionale di Giustizia Amministrativa, nell'esercizio della propria funzione di sindacato giurisdizionale sugli atti di pianificazione urbanistica, afferma che l'amministrazione comunale, nell'adottare e approvare la variante al piano regolatore generale, gode di ampia discrezionalità nella scelta delle destinazioni urbanistiche, senza obbligo di specifica motivazione, purché le decisioni non siano viziate da errori di fatto, abnormi illogicità o incoerenza con le linee portanti della pianificazione. In particolare, il Tribunale ritiene che la differenziazione del regime edificatorio tra la particella 947 (inserita in zona B1 - residenziale satura di ristrutturazione) e le particelle limitrofe 973 e 971/1 (inserite in zona B3 - residenziale di completamento intensivo) non costituisce disparità di trattamento ingiustificata, in quanto la particella 947 non presenta le caratteristiche necessarie per essere ricondotta alla zona B3. Inoltre, la previsione di un ampliamento "una tantum" dell'edificio sulla particella 947, contenuta in una specifica disposizione normativa, rappresenta un adeguato bilanciamento della scelta pianificatoria, in linea con l'esigenza di uno sviluppo urbano sostenibile e il risparmio del suolo. Il Tribunale esclude altresì la violazione delle disposizioni relative agli interventi in fascia di rispetto idraulico e al vincolo di destinazione a prima casa, ritenendo tali scelte coerenti con il parere della conferenza di pianificazione e con la normativa di settore. In conclusione, il Tribunale afferma che le decisioni di pianificazione urbanistica adottate dal Comune di Moena e dalla Provincia Autonoma di Trento, impugnate nel ricorso, sono immuni dai vizi dedotti e pertanto respinge il ricorso.