Il pubblico ministero ha il diritto di appellare la sentenza di proscioglimento dell'imputato, in quanto la Corte Costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale della norma che escludeva tale facoltà. Pertanto, la sentenza di proscioglimento deve essere sottoposta al giudizio di appello, al fine di consentire al pubblico ministero di dedurre eventuali censure di merito. Ciò vale sia nel caso in cui il ricorso per cassazione del pubblico ministero sia stato proposto a seguito dell'ordinanza di inammissibilità dell'appello, sia nel caso in cui il ricorso sia stato presentato direttamente dopo l'entrata in vigore della nuova disciplina. Nell'ipotesi in cui il ricorso per cassazione sia stato proposto a seguito dell'ordinanza di inammissibilità dell'appello, la Corte di Cassazione deve annullare senza rinvio tale ordinanza e disporre la restituzione degli atti al giudice di appello per la celebrazione del giudizio di secondo grado. Nell'ipotesi in cui il ricorso per cassazione sia stato presentato direttamente dopo l'entrata in vigore della nuova disciplina, la Corte di Cassazione deve trattare e decidere il ricorso come ricorso immediato o per saltum, convertendolo in appello ai sensi dell'articolo 569 c.p.p. in caso di motivi attinenti agli apprezzamenti fattuali del giudice di merito, alla congruità della motivazione o alla prova decisiva omessa, ovvero disponendo l'annullamento con rinvio della sentenza impugnata per vizi di legittimità diversi da quelli suindicati, con trasmissione degli atti al giudice competente per l'appello.