Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La stazione appaltante, nell'ambito di una procedura di gara per l'affidamento di un appalto pubblico, è tenuta a verificare con rigore il possesso dei requisiti di partecipazione da parte dei concorrenti, non potendo ammettere offerte che presentino carenze o irregolarità rispetto alle prescrizioni della lex specialis, anche laddove queste non siano espressamente previste a pena di esclusione. In particolare, la mancata prestazione di una cauzione provvisoria conforme alle previsioni del disciplinare di gara, nonché la presentazione di referenze bancarie non idonee a comprovare la capacità economica e finanziaria del concorrente, costituiscono vizi gravi che determinano l'illegittimità dell'aggiudicazione disposta in favore dell'offerta affetta da tali irregolarità. In tali ipotesi, il concorrente escluso ha diritto al risarcimento del danno per equivalente, quantificabile tenendo conto del lucro cessante derivante dalla mancata aggiudicazione, opportunamente ridotto in applicazione del principio di cui all'art. 1227 c.c. in tema di concorso del fatto colposo del danneggiato.