Cassazione penale Sez. I sentenza n. 25204 del 16 giugno 2016

ECLI:IT:CASS:2016:25204PEN

Massima

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Il terzo estraneo al procedimento di confisca, che vanti un diritto reale o di garanzia su un bene confiscato, può chiederne la restituzione solo a condizione che dimostri la propria buona fede e che il suo titolo sia stato trascritto anteriormente al sequestro. Il mero fatto che il bene confiscato sia stato acquistato legittimamente prima del matrimonio con il soggetto condannato, o che su di esso siano stati effettuati lavori di ristrutturazione, non è sufficiente a dimostrare la buona fede del terzo, qualora risulti inverosimile che egli ignorasse le vicende giudiziarie del proprio congiunto e l'utilizzo del bene come rifugio durante la latitanza. Il giudice dell'esecuzione, nel decidere sull'istanza di restituzione del terzo, deve attenersi alla procedura prevista dall'art. 667 c.p.p., che prevede l'opposizione come unico rimedio esperibile avverso il provvedimento di rigetto, da trattarsi con procedimento camerale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CORTESE Arturo - Presidente

Dott. LA POSTA Lucia - Consigliere

Dott. MANCUSO ((omissis)) - Consigliere

Dott. TALERICO Palma - Consigliere

Dott. MINCHELLA Antonio - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 53/2013 GIUDICE UDIENZA PRELIMINARE di CATANZARO, del 27/06/2014;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANTONIO MINCHELLA;
lette le conclusioni del PG Dott. ((omissis)), che ha chiesto qualificarsi l'impugnazione come opposizione e disporsi la trasmissione degli atti al giudice dell'esecuzione.
RILEVATO IN FATTO
Con provvedimento in data 27.06.2014 il GIP del Tribunale di Catanzaro, quale giudice dell'esecuzion…

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