Il rilascio di una concessione edilizia in sanatoria ai sensi dell'art. 13 della L. 47/1985 è illegittimo qualora le opere realizzate risultino difformi dal progetto originariamente autorizzato, eccedendo i limiti dimensionali e volumetrici consentiti dalla normativa urbanistica vigente. In particolare, l'aumento di altezza del fabbricato oltre la tolleranza di cantiere, la mancata osservanza delle distanze minime dai confini e dagli edifici confinanti, la riduzione della superficie vincolata a parcheggio e la mancata destinazione del 60% della superficie scoperta a verde, costituiscono vizi che inficiano la legittimità del provvedimento di concessione, il quale deve essere annullato. Inoltre, l'omessa presentazione della documentazione attestante il corretto conferimento a discarica dei materiali di risulta dei lavori precedenti, nonché l'assenza di una valutazione del progetto sotto il profilo del contenimento energetico, integrano ulteriori profili di illegittimità. Infine, la presenza di difformità strutturali rispetto al progetto approvato, come l'assenza di una trave perimetrale e di un tratto di solaio in copertura, evidenziano criticità in termini di statica dell'edificio, che rendono necessario il doveroso intervento dell'autorità giudiziaria competente.