Consiglio di Stato sentenza n. 2546 del 2005

ECLI:IT:CDS:2005:2546SENT

Massima

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Il potere di annullamento di un'autorizzazione paesaggistica da parte della Soprintendenza è un provvedimento che, secondo i principi generali, è immediatamente efficace e non ha natura recettizia. Il termine perentorio di sessanta giorni previsto dall'art. 82, nono comma, del D.P.R. n. 616 del 1977 si riferisce all'emanazione dell'atto di annullamento, che produce i suoi effetti senza necessità di comunicazione o notificazione agli interessati. La delega di competenze all'emanazione di tali provvedimenti di annullamento, effettuata dal Direttore Generale dell'Ufficio Centrale per i Beni ambientali e Paesaggistici ai Soprintendenti territorialmente competenti, non comporta un diverso regime giuridico, in quanto nessuno può delegare poteri dei quali non sia investito. Pertanto, i provvedimenti adottati dai Soprintendenti in forza di tale delega hanno la medesima immediata efficacia e natura non recettizia. Il termine di sessanta giorni per l'adozione del provvedimento di annullamento inizia a decorrere solo dal momento in cui la documentazione necessaria perviene, completa, all'organo competente a decidere. Eventuali richieste istruttorie da parte della Soprintendenza sospendono il decorso del termine, che riprende a decorrere dalla ricezione della documentazione integrativa. La motivazione del provvedimento di annullamento deve dare conto dell'apprezzamento di tutte le rilevanti circostanze di fatto e della non manifesta irragionevolezza della scelta effettuata sulla prevalenza di un valore in conflitto, diverso da quello tutelato in via primaria dal vincolo paesaggistico. Il mero richiamo al parere favorevole della Commissione edilizia integrata, senza adeguata motivazione in ordine alla compatibilità dell'intervento con il vincolo, è pertanto illegittimo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale
(Sezione Sesta)
ha pronunciato la seguente
DECISIONE
sul ricorso in appello n. 2888 del 2000, proposto dal MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI, in persona del Ministro pro-tempore, e dalla SOPRINTENDENZA PER I BB. AA. AA. AA. SS. di Ve., rappresentati e difesi dall'Avvocatura Generale dello Stato, presso la quale sono per legge domiciliati, in Ro., via De. Po., n. 12;
contro
la Società Gi. Ma. s.r.l., in persona del legale rappresentate, rappresentata e difesa dagli avv.ti Al. Bo., Gu. Sa. e Fa. Lo., elettivamente domiciliata presso lo studio del terzo in Ro., Via De. Vi. n. 43 (appellante incidentale);
e nei confronti
del Comune di Venezia, non costituitosi;
per l'annullamento
della sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale del Veneto n. 320 del 9 marzo 1999.
Visto il ricorso con i relativi allegati;
Visti l'att…

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