Cassazione penale Sez. III sentenza n. 393 del 9 gennaio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:393PEN

Massima

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Il giudice, nel determinare la pena per il reato continuato, deve: 1. Verificare la sussistenza di un unico disegno criminoso tra i fatti oggetto dei diversi procedimenti, motivando adeguatamente tale valutazione, anche in assenza di specifiche allegazioni da parte dell'imputato. 2. Considerare tutte le circostanze aggravanti e attenuanti applicabili, ivi compresa la recidiva reiterata contestata, senza poter infliggere una pena inferiore al minimo edittale previsto per il reato più grave tra quelli uniti in continuazione. 3. Individuare il reato più grave in quello per il quale la pena minima sia di maggiore entità, prescindendo dal massimo edittale, e su tale base calcolare l'aumento per la continuazione, tenendo conto della diminuzione per il rito abbreviato. 4. Valutare, con adeguata motivazione, se la recidiva debba essere esclusa dal computo della pena e, in caso di sua applicazione, considerare che l'aumento non può essere inferiore a un terzo della pena stabilita per il reato più grave.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE MAIO Guido - Presidente

Dott. CORDOVA Agostino - Consigliere

Dott. FRANCO Amedeo - est. Consigliere

Dott. SENSINI ((omissis)) - Consigliere

Dott. GAZZARA Santi - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Procuratore della Repubblica presso la corte d'appello di Cagliari, sezione distaccata di Sassari;

avverso la sentenza emessa il 7 febbraio 2008 dal giudice dell'udienza preliminare del tribunale di Sassari;

nei confronti di:

Le. An.;

udita nella pubblica udienza del 29 ottobre 2008 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ((omissis));

udito il Pubblico Ministero in persona del So…

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