Il mero annullamento di un provvedimento amministrativo illegittimo non è di per sé sufficiente a fondare la domanda di risarcimento del danno per lesione di interessi legittimi, essendo necessario, oltre alla prova del comportamento doloso o colposo dell'amministrazione, la dimostrazione del nesso di causalità immediata e diretta tra l'illegittimità dell'atto e il pregiudizio subito dal ricorrente, secondo un giudizio prognostico fondato su criteri di ragionevolezza. Inoltre, il danneggiato è tenuto a cooperare per evitare o mitigare il danno, in applicazione degli artt. 1227 c.c. e 30, comma 3, c.p.a., e la mancata dimostrazione di tale cooperazione può comportare il rigetto della domanda risarcitoria. La valutazione della sussistenza e della quantificazione del danno deve tenere conto della complessità della vicenda, dell'ampia discrezionalità tecnica riconosciuta all'amministrazione in materia di abilitazioni scientifiche, nonché del comportamento complessivo delle parti, senza che l'accertamento di un vizio di legittimità dell'atto amministrativo sia di per sé sufficiente a fondare la responsabilità risarcitoria.