Cassazione penale Sez. V sentenza n. 23724 del 13 giugno 2011

ECLI:IT:CASS:2011:23724PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così sintetizzato: La scriminante della legittima difesa (art. 52 c.p.) non può essere riconosciuta quando entrambi i protagonisti di una aggressione reciproca sono animati da un intento di aggressiva rivalsa, dimostrando un consapevole atteggiamento di sfida, a prescindere dall'ordine temporale in cui si sono verificati i fatti di violenza. Inoltre, la mancata precisione nell'esposizione dei fatti da parte del giudice di primo grado, dovuta a meri refusi informatici, non inficia la linearità della ricostruzione storica e la coerenza logica del tessuto argomentativo, qualora le dichiarazioni testimoniali, seppur limitate a un segmento dell'episodio, siano comunque valutate in modo complessivo per affermare la responsabilità penale dell'imputato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giuliana - Presidente

Dott. AMATO Alfonso - rel. Consigliere

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) CO. TO. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 5/2009 TRIBUNALE di CATANZARO, del 26/01/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 07/04/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ALFONSO AMATO;

udito il difensore avv. GIGLIOTTI F. in sost. dell'avv. FALCONE.

MOTIVI DELLA DECISIONE

Il Tribunale di Catanzaro ha confermatola sentenza con la quale il giudice di Propani ha c…

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