Cassazione penale Sez. V sentenza n. 39036 del 16 ottobre 2008

ECLI:IT:CASS:2008:39036PEN

Massima

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Il diritto di critica e di cronaca giornalistica, pur essendo tutelato dalla Costituzione, trova un limite nel rispetto della reputazione altrui, sicché il giornalista che eccede nell'esercizio di tale diritto, ledendo ingiustamente l'onore e la reputazione di una persona, può essere chiamato a rispondere del reato di diffamazione a mezzo stampa. Tuttavia, perché possa configurarsi tale reato, è necessario che la condotta diffamatoria sia caratterizzata da intenzionalità e malignità, non essendo sufficiente la mera imprecisione o inesattezza delle informazioni divulgate, purché queste siano state riportate in buona fede e senza eccedere i limiti della continenza espressiva. Pertanto, il giudice, nel valutare la sussistenza del reato di diffamazione, deve operare un bilanciamento tra il diritto di cronaca e di critica giornalistica e il diritto alla reputazione della persona offesa, tenendo conto della rilevanza pubblica dell'informazione, della veridicità sostanziale dei fatti esposti, della continenza espressiva utilizzata e dell'assenza di intenzionalità diffamatoria da parte del giornalista.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NARDI Domenico - Presidente

Dott. FERRUA Giuliana - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Mu. An. nato il (OMESSO);

avverso la sentenza emessa il 26-2-08 dal Gup presso il Tribunale di Palermo;

nel procedimento a carico di:

Di. Gi. Gi. nato il (OMESSO);

Visti gli atti, il provvedimento denunciato ed il ricorso;

Sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. Giuliana Ferrua;

Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. Monetti Vito, che ha concluso per l…

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