Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La diffamazione aggravata, ai sensi degli artt. 47 c.p.m.p., n. 2 e 227 c.p.m.p., commi 1 e 2, sussiste quando l'imputato, pur senza indicare nominativamente la persona offesa, fornisce elementi sufficienti per identificarla, definendola con espressioni offensive e lesive della reputazione, come "persona viscida e senza dignità ed affetta da problemi psichici". La responsabilità dell'imputato può essere affermata anche in assenza del rinvenimento dell'originale della lettera diffamatoria, qualora risulti provata la sua riconducibilità all'imputato in base ad elementi univoci, quali la presenza nella lettera pubblicata di dati e informazioni riservate di cui solo l'imputato poteva essere a conoscenza. Il giudice di merito, nel valutare la prova, non è vincolato ad accogliere le allegazioni difensive generiche e prive di riscontri, come quelle relative alla possibile manomissione della lettera, quando le stesse risultano manifestamente infondate alla luce degli elementi probatori acquisiti.