Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così sintetizzato: La pubblica amministrazione è tenuta al rispetto integrale delle regole fissate nel bando di concorso, che costituisce la lex specialis della procedura, senza possibilità di disapplicazione nel corso del procedimento, neppure nel caso in cui talune delle regole in essa contenute risultino non più conformi allo jus superveniens, salvo l'esercizio del potere di autotutela. Ciò in ragione del principio di tutela dell'affidamento dei concorrenti, per cui i concorsi devono essere svolti in base alla normativa vigente al momento di indizione della relativa procedura. Tale principio trova applicazione emblematica nel caso di eliminazione e successiva reintroduzione di un beneficio previsto dalla normativa vigente al momento della presentazione della domanda da parte del candidato (c.d. "Bonus Maturità"), che determina una sostanziale disparità di trattamento laddove l'amministrazione proceda all'assegnazione dei posti facendo riferimento a due distinte graduatorie, la prima soggetta a scorrimento e la seconda "rigida", senza annullare in autotutela o riformulare virtualmente la prima graduatoria in modo da tenere conto della posizione di chi avrebbe dovuto esservi contemplato ab origine in base al punteggio complessivo ottenuto. In tali ipotesi, l'operato dell'amministrazione risulta irragionevole e in violazione delle norme di legge e di decreto legge, con conseguente annullamento dei provvedimenti impugnati.