Cassazione penale Sez. II sentenza n. 46685 del 19 dicembre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:46685PEN

Massima

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Il danneggiamento di cui all'art. 635 c.p. sussiste quando sia stata cagionata la distruzione di un bene o un deterioramento di una certa consistenza, tale da renderlo inutilizzabile, senza che rilevi il fine specifico di nuocere, essendo sufficiente la coscienza e la volontà di distruggere, deteriorare o rendere inservibile (in tutto o in parte) la cosa altrui. Il dolo del reato di danneggiamento non richiede l'intenzione di distruggere definitivamente il bene, essendo sufficiente la volontà di arrecare un pregiudizio, anche se non irreparabile, alla sua integrità strutturale o funzionale. Pertanto, il reato di danneggiamento sussiste anche quando l'azione abbia reso temporaneamente inutilizzabile il bene, come nel caso in cui l'applicazione di una sostanza collante sulle serrature ne abbia determinato l'inservibilità, a prescindere dalla possibilità di una successiva riparazione. L'elemento soggettivo del reato di danneggiamento non richiede il fine specifico di nuocere, essendo sufficiente la coscienza e la volontà di distruggere, deteriorare o rendere inservibile (in tutto o in parte) la cosa altrui, a prescindere dal movente o dalla finalità perseguita dall'agente, come nel caso di una "bravata" o di uno "scherzo". Ai fini della configurabilità del reato di danneggiamento, inoltre, non è necessario che l'azione abbia determinato un danno irreparabile o definitivo al bene, essendo sufficiente che abbia cagionato un deterioramento di una certa consistenza, tale da renderlo temporaneamente inutilizzabile.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CASUCCI Giuliano - Presidente

Dott. PRESTIPINO Antonio - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. DI MARZIO Fabrizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Te. An. , nato a (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte d'appello di Lecce, sezione 1 penale, in data 8.4.2011;

Sentita la relazione della causa fatta, in pubblica udienza, dal consigliere Dott. DAVIGO Piercamillo;

Udita la requisitoria del sostituto procuratore generale, Dott. SCARDACCIONE Eduardo Vittorio, il quale ha concluso chiedendo che i ricorsi siano rigettati.

RITENUTO IN FATTO

Con sentenza in …

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