Cassazione penale Sez. I sentenza n. 36073 del 31 agosto 2016

ECLI:IT:CASS:2016:36073PEN

Massima

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Il giudice dell'esecuzione, nel valutare l'applicabilità dell'istituto della continuazione ai sensi dell'art. 671 c.p.p. e 81 c.p., deve accertare la sussistenza di un unico disegno criminoso che abbia determinato la commissione di più reati. Tale unicità di disegno richiede che le condotte integrative delle diverse violazioni siano state deliberate, almeno nelle loro componenti essenziali, sin dal momento della commissione del primo reato. Il giudice, pertanto, deve valutare attentamente gli elementi fattuali, quali la distanza temporale tra i fatti, l'eterogeneità dei reati commessi e l'impossibilità di programmare in anticipo alcuni di essi, al fine di escludere la ricorrenza del medesimo disegno criminoso, anche in presenza di uno stato di tossicodipendenza del condannato. La decisione del giudice di merito, se congruamente motivata, non è sindacabile in sede di legittimità, essendo rimessa alla sua discrezionalità la valutazione circa la sussistenza dei presupposti per l'applicazione dell'istituto della continuazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIOTTO Maria - Presidente

Dott. SARACENO Rosa - Consigliere

Dott. ESPOSITO Aldo - rel. Consigliere

Dott. MAGI Raffaello - Consigliere

Dott. CAIRO Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
Sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), n. il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 208/2014 TRIBUNALE di NAPOLI, del 6 febbraio 2015;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ESPOSITO Aldo;
lette le conclusioni del Procuratore Generale, in persona del Dott. SPINACI Sante, che chiedeva il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza del 6 febbraio 2015, il Tribunale di Napoli, in funzione di giudice dell'esecuzione, rigettava l'istanza di applicazione della continuazione, proposta ai sensi dell'art…

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