Il potere di annullamento delle autorizzazioni paesaggistiche attribuito al Ministero per i beni e le attività culturali, disciplinato dall'art. 159 del D.Lgs. 42/2004, non comporta un riesame complessivo delle valutazioni tecnico-discrezionali compiute dall'ente locale subdelegato al rilascio dell'autorizzazione, tale da consentire la sovrapposizione o sostituzione di una propria valutazione di merito a quella dell'amministrazione delegata, ma si estrinseca in un controllo di legittimità sull'operato dell'amministrazione subdelegata autorizzante. L'annullamento dell'autorizzazione paesaggistica da parte dell'autorità statale è pertanto illegittimo ove si limiti a sovrapporre la propria valutazione di merito a quella dell'ente locale, senza evidenziare specifici vizi di legittimità del provvedimento comunale, quali l'eccesso di potere per difetto di istruttoria o travisamento dei fatti. Il vincolo paesaggistico, inoltre, non determina necessariamente un'assoluta preclusione all'edificazione, ma impone soltanto l'acquisizione del preventivo parere dell'autorità preposta alla tutela del vincolo stesso sull'istanza di sanatoria, ai sensi dell'art. 32 della L. 47/1985. Pertanto, l'annullamento dell'autorizzazione paesaggistica è illegittimo ove l'autorità statale non abbia adeguatamente motivato in ordine alla sussistenza di specifici vizi di legittimità del provvedimento comunale e alla portata preclusiva del vincolo paesaggistico.