La valutazione medico-legale della commissione medica locale che limita la validità della patente di guida sulla base di patologie non effettivamente accertate in capo al richiedente, senza averlo preventivamente informato e senza aver esperito le dovute verifiche, è illegittima per travisamento dei fatti, carenza di istruttoria e difetto di motivazione. In tali casi, il giudice amministrativo può annullare il provvedimento e ordinare alla pubblica amministrazione di rinnovare il giudizio medico-collegiale, attenendosi alle sole patologie effettivamente accertate e in conformità alle statuizioni del giudice, provvedendo alle necessarie rettifiche, ora per allora, dei precedenti verbali. La pubblica amministrazione è tenuta a garantire il contraddittorio dell'interessato e a motivare adeguatamente le proprie valutazioni tecnico-discrezionali, le quali sono sindacabili dal giudice amministrativo in caso di macroscopico travisamento dei fatti. Il rinnovo della patente di guida non può essere limitato sulla base di patologie non riscontrate, dovendo la valutazione medica tener conto esclusivamente delle condizioni di salute effettivamente accertate.