Cassazione penale Sez. II sentenza n. 30657 del 16 luglio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:30657PEN

Massima

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Il fatto di presentare false denunce aziendali per ottenere indebitamente prestazioni previdenziali integra il reato di truffa aggravata e non il mero illecito amministrativo, essendo sufficiente l'induzione in errore dell'ente previdenziale circa l'esistenza dei presupposti per l'erogazione del beneficio, a prescindere dall'effettiva percezione della prestazione. La buona fede del soggetto agente è esclusa dall'accertata inesistenza dei rapporti di lavoro denunciati, non rilevando eventuali confuse o generiche argomentazioni a propria discolpa. In tali casi, la condanna del reo al pagamento delle spese processuali e di una somma a titolo di sanzione pecuniaria alla cassa delle ammende risulta pienamente giustificata, in considerazione dell'effettivo grado di colpa dimostrato nella determinazione della causa di inammissibilità del ricorso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIANDANESE Franco - Presidente

Dott. IANNELLI Enzo - Consigliere

Dott. PRESTIPINO Antonio - rel. Consigliere

Dott. TADDEI Margherita - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1347/2011 CORTE APPELLO di REGGIO CALABRIA, del 29/05/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 26/06/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANTONIO PRESTIPINO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Alfredo Montagna, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

Ricorre (OMISSIS) avverso la sentenza della…

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