Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 6872 del 19 febbraio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:6872PEN

Massima

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Il dolo generico, consistente nella coscienza e volontà di denunciare falsamente l'avvenuta consumazione di un reato, integra l'elemento soggettivo del delitto di simulazione di reato, a prescindere dai motivi che hanno determinato la condotta dell'agente. L'accertamento dell'elemento soggettivo si fonda sulle concrete circostanze e modalità esecutive dell'azione, dalle quali è possibile desumere la sfera intellettiva e volitiva del soggetto, senza che i giudici di merito siano tenuti a indagare sulle ragioni che hanno potuto indurre il prevenuto a sporgere la falsa denuncia. Il ritrovamento dei beni denunciati come rubati nello stesso luogo in cui erano custoditi prima della denuncia dimostra inequivocabilmente che, al momento della presentazione della denuncia, l'imputato era ben consapevole di non aver subito alcun furto, integrando così l'elemento soggettivo del reato di simulazione di reato. La circostanza attenuante del pentimento operoso di cui all'art. 62 n. 6 c.p. non può essere riconosciuta, in quanto trattasi di una questione non prospettata con i motivi di appello.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. GRAMENDOLA Francesco P. - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. FAZIO Anna Maria - Consigliere

Dott. MATERA Lina - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) DA. CA. AN. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 1123/2005 CORTE APPELLO di MESSINA, del 01/02/2008;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 17/12/2009 la relazione fatta dal Consigliere Dott. LINA MATERA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. SALVI Giovanni, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

FATTO

Con la sentenza i…

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