Cassazione penale Sez. I sentenza n. 31471 del 22 luglio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:31471PEN

Massima

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La provocazione di cui all'art. 62, n. 2, c.p. ricorre quando l'agente abbia reagito in stato d'ira determinato da un fatto ingiusto altrui, a prescindere dalla proporzione tra la condotta altrui e la reazione. Tuttavia, la manifesta sproporzione e inadeguatezza della reazione può essere un indice che induce il giudice a dubitare dell'effettività del nesso causale tra il fatto ingiusto e lo stato d'ira, suggerendo una diversa ricostruzione dei motivi dell'azione, non determinata dal fatto ingiusto altrui, ma da altre spinte come rancore, vendetta o punizione. Pertanto, il giudice deve valutare attentamente la condizione psicologica dell'agente al momento del fatto, senza sottovalutare gli eventi precedenti e le reciproche "colpe", al fine di accertare se la reazione sia stata effettivamente determinata dallo stato d'ira provocato dal fatto ingiusto altrui, ovvero da altre motivazioni. Solo in presenza di tale accertamento, la sproporzione della reazione non esclude di per sé l'applicabilità dell'attenuante della provocazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. ZAMPETTI Umberto - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. BONITO Francesco M.S - Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 12/2011 CORTE ASSISE APPELLO di CALTANISSETTA, del 21/12/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 18/04/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIACOMO ROCCHI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. POLICASTRO Aldo che ha concluso per il rigetto del ricorso;

udito, per la parte civile, l'avv. (Ndr: testo originale non comprensibile) e (Ndr: testo or…

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