Cassazione penale Sez. II sentenza n. 23289 del 10 giugno 2008

ECLI:IT:CASS:2008:23289PEN

Massima

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Il giudicato cautelare formatosi a seguito del rigetto di un precedente ricorso non impedisce al giudice di rivalutare gli elementi già considerati e di prendere in esame quelli sopravvenuti, al fine di verificare la sussistenza dei presupposti per l'applicazione, la modifica o la revoca di una misura cautelare personale. Ciò in quanto il giudice è tenuto a valutare la situazione concreta al momento della decisione, considerando anche eventuali mutamenti intervenuti nel corso del tempo, come l'assunzione di un'attività lavorativa da parte dell'indagato o il venir meno delle esigenze cautelari, in particolare del pericolo di inquinamento probatorio. Tuttavia, il ricorso avverso il provvedimento che dispone o modifica la misura cautelare deve essere specificamente motivato, indicando in modo dettagliato le ragioni di diritto e gli elementi di fatto a sostegno della richiesta, pena l'inammissibilità del ricorso stesso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. RIZZO ((omissis)) - Presidente

Dott. CASUCCI Giuliano - Consigliere

Dott. ZAPPIA Pietro - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. MELIADO' Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) OL. GI. , N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 14/12/2007 TRIB. LIBERTA' di ANCONA;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. CASUCCI GIULIANO; sentite le conclusioni del P.G. Dott. DELEHAYE Enrico, che ha chiesto il rigetto del ricorso.

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

Con ordinanza in data 14 dicembre 2007, il Tribunale di Ancona, sezione per il riesame, in accoglimento dell' appello pro…

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