Cassazione penale Sez. V sentenza n. 17064 del 17 aprile 2014

ECLI:IT:CASS:2014:17064PEN

Massima

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Il diritto di difesa non legittima la diffamazione di terzi, anche se non direttamente coinvolti nel procedimento penale. Affinché ricorra l'esimente dell'esercizio di un diritto o dell'adempimento di un dovere ai sensi dell'art. 51 c.p., è necessario che la condotta lesiva dell'onore e della reputazione altrui sia strettamente necessaria e proporzionata all'effettiva tutela di un interesse giuridicamente rilevante. La mera conoscenza indiretta di informazioni, anche se ritenute veritiere, non esime dall'obbligo di verificarne la fondatezza prima di divulgarle, né giustifica la comunicazione di circostanze lesive senza una specifica necessità. Il segreto investigativo non esclude l'integrazione del reato di diffamazione, poiché le dichiarazioni sono comunque destinate a essere conosciute da più persone nell'ambito delle indagini.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LOMBARDI Alfredo - Presidente

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - rel. Consigliere

Dott. LIGNOLA Ferdinando - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto dal difensore di:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

quale parte civile nel procedimento nei confronti di:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 19/7/2012 del Tribunale di La Spezia;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ((omissis));

udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. FRATICELLI Mario, che ha concluso per il rigetto del ricorso;

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