Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 43321 del 25 ottobre 2023

ECLI:IT:CASS:2023:43321PEN

Massima

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Il divieto di avvicinamento alla persona offesa può essere legittimamente applicato quando emergono gravi indizi di condotte reiterate di maltrattamenti in famiglia e di atti persecutori, tali da ingenerare nella vittima uno stato di ansia e di timore per la propria incolumità, anche in assenza di episodi di violenza fisica, purché risultino provati comportamenti vessatori, minacce e insulti protratti nel tempo, idonei a cagionare un perdurante stato di sofferenza e di soggezione psicologica. In tali casi, il pericolo di reiterazione del reato e il rischio di inquinamento probatorio, derivanti dalla capacità dell'indagato di esercitare pressioni sulla vittima, legittimano l'adozione della misura cautelare, anche in assenza di fatti di violenza successivi alla separazione, ove risulti accertata la persistenza di una condotta persecutoria e di un atteggiamento di controllo e prevaricazione nei confronti della persona offesa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Presidente

Dott. APRILE Ercole - Consigliere

Dott. GIORGI Maria S. - Consigliere

Dott. COSTANTINI Antonio - Consigliere

Dott. VIGNA Maria S. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del Tribunale del riesame di Roma del 28/03/2023;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dalla consigliera Dr. ((omissis));
lette le conclusioni del Pubblico ministero, nella persona del Sostituto Procuratore Generale, Dr. ((omissis)), che ha chiesto l'inammissibilita' del ricorso;
letta la memoria difensiva, che ha insistito nei motivi del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con l&…

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