Cassazione penale Sez. II sentenza n. 39838 del 11 novembre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:39838PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nell'esercizio del sindacato sulla motivazione della sentenza impugnata, è tenuto a verificare la sola esistenza di un apparato argomentativo logico e coerente, senza poter procedere a una rivalutazione del merito della decisione. L'illogicità della motivazione, come vizio denunciabile in cassazione, deve essere evidente e percepibile "ictu oculi", essendo precluso al giudice di legittimità il rilievo di mere incongruenze o la disattesa di deduzioni difensive non espressamente confutate, purché la decisione sia sorretta da una spiegazione logica e adeguata del convincimento del giudice di merito. Inoltre, la richiesta di riconoscimento di una attenuante, se proposta in modo generico e senza richiamo a specifici elementi di giudizio, non obbliga il giudice dell'impugnazione a una specifica motivazione sul punto, essendo tale censura inammissibile in sede di legittimità per inidonea devoluzione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ESPOSITO Antonio - Presidente

Dott. PAGANO Filiberto - Consigliere

Dott. GENTILE Domenico - Consigliere

Dott. PRESTIPINO Antonio - Consigliere

Dott. TADDEI Margherita B. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Difesa di Ba. Lu. (nato il (OMESSO)) e di Me. Al. (nato il (OMESSO));

avverso la sentenza del 16.10.2009 della Corte d'Appello di Venezia;

udita la relazione fatta dal Consigliere Dr. ((omissis));

udito il Procuratore Generale in persona di ((omissis)) che ha concluso per il rigetto dei ricorsi.

OSSERVA

1. Con sentenza in data 14.10.2009 la Corte di appello di Venezia confermava la sent…

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