Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esercizio della propria discrezionalità in materia di pianificazione urbanistica, può legittimamente attribuire ad un ambito territoriale una destinazione d'uso diversa da quella richiesta dai proprietari, purché tale scelta non risulti manifestamente illogica o arbitraria. L'Amministrazione comunale gode di ampia discrezionalità nella definizione delle destinazioni d'uso degli ambiti urbanistici, potendo prevedere anche eventuali future nuove destinazioni, a condizione che non siano in contrasto con l'assetto morfologico del territorio e con la maglia infrastrutturale esistente. La procedura di valutazione ambientale strategica (VAS) è legittimamente svolta dall'Autorità competente individuata nell'ambito della medesima Amministrazione comunale che ha approvato il Piano di Governo del Territorio, in conformità all'art. 4, comma 3-bis, della legge regionale n. 12/2005. Le osservazioni presentate dai privati ai piani adottati costituiscono meri apporti collaborativi, che l'Amministrazione è tenuta ad esaminare attraverso le proprie controdeduzioni, espressione della sua discrezionalità amministrativa, senza che ciò comporti un particolare onere motivazionale, salvo in specifiche ipotesi non ricorrenti nel caso di specie.