Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 16379 del 10 aprile 2013

ECLI:IT:CASS:2013:16379PEN

Massima

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Il comportamento violento e ingiustificato di un soggetto nei confronti di pubblici ufficiali che stanno legittimamente svolgendo accertamenti e verifiche rientranti nei loro doveri d'ufficio, non può essere considerato come un'ipotesi di fatto arbitrario del pubblico ufficiale, essendo invece configurabile come reato di resistenza a pubblico ufficiale. Infatti, l'intervento dei pubblici ufficiali è pienamente giustificato quando vi siano ragionevoli sospetti circa la commissione di reati o irregolarità, come nel caso di un veicolo condotto da soggetti pregiudicati e allontanatisi alla vista degli agenti. In tali circostanze, la reazione violenta e ingiustificata dell'interessato, anche se finalizzata a ostacolare l'attività degli agenti, integra gli estremi del reato di resistenza a pubblico ufficiale, non potendo essere scriminata dalla causa di giustificazione dell'atto arbitrario del pubblico ufficiale. La motivazione della sentenza deve pertanto ritenersi corretta e logica nel ricostruire la dinamica dei fatti e nell'escludere l'applicabilità della suddetta causa di giustificazione, in ragione della legittimità dell'intervento dei pubblici ufficiali e della reazione ingiustificatamente violenta dell'imputato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' Antonio - Presidente

Dott. SERPICO Francesc - rel. Consigliere

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Consigliere

Dott. DI SALVO Emanuele - Consigliere

Dott. APRILE Ercole - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 700/2012 CORTE APPELLO di CAGLIARI, del 27/11/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 15/03/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. FRANCESCO SERPICO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. D'Angelo Giovanni, che ha concluso per il rigetto del ricorso;

udito il difensore avv. (OMISSIS) A., che insiste.

RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO …

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