Cassazione penale Sez. II sentenza n. 17435 del 23 aprile 2009

ECLI:IT:CASS:2009:17435PEN

Massima

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Il reato di estorsione si configura quando l'agente, mediante minaccia di un male ingiusto, costringe la persona offesa a consegnare denaro o altra utilità, anche di modico valore, al fine di procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto. La minaccia può consistere nel prospettare il pericolo di "mali peggiori" o nel vantare legami con la criminalità organizzata, al fine di indurre la vittima a cedere alle richieste estorsive. La reiterazione degli episodi estorsivi e il danno arrecato alla persona, oltre che al patrimonio, escludono la possibilità di riconoscere l'attenuante del danno di speciale tenuità. Il giudice di merito ha il compito di valutare la sussistenza degli elementi costitutivi del reato sulla base delle risultanze processuali, mentre il sindacato della Corte di Cassazione è limitato all'accertamento della logicità e congruità della motivazione, senza possibilità di una diversa valutazione degli elementi di fatto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PAGANO Filiberto - Presidente

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. BRONZINI Giuseppe - Consigliere

Dott. CHINDEMI Domenico - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

avv. Castellaneta Filippo nell'interesse di Pa. Gi. nato a (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte d'appello di Bari del 1.2.2005;

Sentita la relazione della causa fatta, in pubblica udienza, dal Consigliere Dott. Giuseppe Bronzini.

Udita la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale, Dr. Antonio Gialanella, il quale ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.

osserva:

SVOLGIMENTO DEL PR…

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