Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 2530 del 21 gennaio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:2530PEN

Massima

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Il reato di calunnia non sussiste quando la denuncia falsa, pur essendo stata indotta dall'agente, non attribuisce alla persona accusata un fatto riconducibile ad alcuna fattispecie legale di reato, in quanto il contenuto della denuncia esclude che il soggetto indicato possa essere perseguito per i delitti ipotizzati. Ai fini della configurabilità del reato di calunnia, è necessario che l'incolpazione riguardi un fatto che, sulla base del contenuto narrativo della denuncia, corrisponda in ogni suo elemento ad una determinata previsione criminosa. Pertanto, non integra il reato di calunnia la condotta di chi attribuisca falsamente ad altri un fatto non riconducibile ad alcuna fattispecie legale di reato, in quanto tale denuncia risulta inidonea a determinare l'inizio di un procedimento penale nei confronti della persona accusata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LATTANZI Giorgio - Presidente

Dott. IPPOLITO Francesco - Consigliere

Dott. COLLA Giorgio - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

Dott. MATERA Lina - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) MO. VI. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 1445/2007 CORTE APPELLO di REGGIO CALABRIA, del 12/11/2008;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 06/11/2009 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MATERA Lina;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. GALATI Giovanni, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

FATTO

Con la sentenza indica…

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