Cassazione penale Sez. V sentenza n. 2433 del 20 gennaio 2022

ECLI:IT:CASS:2022:2433PEN

Massima

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Il dolo del reato di minaccia consiste nella cosciente volontà di minacciare un ingiusto danno, indipendentemente dal fine specifico perseguito, essendo sufficiente la consapevolezza e volontà dell'azione intimidatrice, che può anche assumere la forma del dolo eventuale. Ai fini della diffamazione, il dolo generico richiede la consapevolezza di pronunciare o scrivere una frase lesiva della reputazione altrui, unitamente alla volontà che tale frase venga a conoscenza di più persone, anche in modo indiretto. La motivazione sulla congruità della pena base, quando nettamente inferiore al medio edittale, può essere sintetica, essendo sufficiente il richiamo al criterio di adeguatezza della pena, in cui sono impliciti gli elementi di cui all'art. 133 c.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. MICCOLI Grazia R. A. - Consigliere

Dott. BELMONTE Maria Teres - rel. Consigliere

Dott. ROMANO Michele - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
Avverso la sentenza del 04/03/2019 del TRIBUNALE di BENEVENTO;
udita la relazione svolta dal Consigliere BELMONTE MARIA TERESA;
letto/udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore Generale della Corte di cassazione, BIRRITTERI Luigi, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
letta la memoria dell'avvocato difensore del ricorrente che dichiara di non avere ricevuto le conclusioni scritte del P.G. e insiste per l'a…

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