Cassazione penale Sez. III sentenza n. 6621 del 12 febbraio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:6621PEN

Massima

Massima ufficiale
Con riferimento al reato di detenzione per la vendita di sostanze alimentari insudiciate, alterate o nocive, la previsione di cui all'art.5 lett.d) della legge n. 283 del 1962 rappresenta una norma di chiusura con la quale il legislatore ricomprende nell'ambito di operatività della disposizione incriminatrice le sostanze "comunque" nocive, non inquadrabili nelle ipotesi specifiche contemplate nella stessa lettera nonché in quelle precedenti della norma, per cui l'eventuale osservanza dei limiti di cui all'art.5 lett.c) ed a maggior ragione l'omessa previsione di limiti da parte dell'autorità amministrativa non equivale ad un giudizio di assoluta innocuità del prodotto alimentare, che può invece rivelarsi "comunque" nocivo in virtù di un accertamento in fatto, non censurabile in sede di legittimità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIALE Aldo - Presidente

Dott. GRILLO Renato - Consigliere

Dott. MARINI Luigi - Consigliere

Dott. DI NICOLA Vito - rel. Consigliere

Dott. ANDRONIO ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 07/01/2013 del Tribunale di Mondovi';

visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere ((omissis));

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. LETTIERI Nicola, che ha concluso chiedendo l'annullamento senza rinvio della sentenza impugnata limitatamente ai concessi benefici; rigetta nel resto.

RITENUTO IN FATTO

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