Cassazione penale Sez. V sentenza n. 6042 del 11 febbraio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:6042PEN

Massima

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Il diritto di cronaca giornalistica, pur costituendo una legittima causa di giustificazione della diffamazione a mezzo stampa, trova il suo limite nel rispetto della verità dei fatti riportati e della continenza espressiva. Pertanto, l'accostamento di una persona a fatti di rilievo penale o a vicende giudiziarie, anche attraverso il titolo e il "catenaccio" dell'articolo, nonché l'attribuzione di qualifiche o coinvolgimenti non corrispondenti al vero, integrano gli estremi della diffamazione, salvo che il giornalista non dimostri la piena rispondenza dei contenuti pubblicati alla realtà dei fatti e la necessità di divulgare notizie di interesse pubblico, senza eccedere nell'utilizzo di espressioni lesive della reputazione altrui. Il giudice, nel valutare l'applicabilità della scriminante del diritto di cronaca, è tenuto a verificare non solo la veridicità delle circostanze pacifiche o ammesse dalla persona offesa, ma anche l'esattezza delle ulteriori informazioni fattuali riportate nell'articolo, che risultino idonee a ledere la reputazione del soggetto, attraverso un'adeguata e logica motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE Renato Luigi - Presidente

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. OLDI Paolo - rel. Consigliere

Dott. SANDRELLI Giangiacomo - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

LU. AL. , N. IL (OMESSO), (P.C.);

nei confronti di:

1) HA. FL. , N. IL (OMESSO);

2) BO. CA. , N. IL (OMESSO);

3) DE. BO. FE. , N. IL (OMESSO);

avverso la SENTENZA del 14/06/2007 CORTE DI APPELLO di MILANO;

Visti gli atti, la sentenza denunziata e il ricorso;

Udita in pubblica udienza la relazione fatta dal Consigliere Dott. PAOLO OLDI;

Udito il Procuratore Generale in p…

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