Cassazione penale Sez. V sentenza n. 13477 del 30 marzo 2023

ECLI:IT:CASS:2023:13477PEN

Massima

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Il diritto di critica e di satira, pur essendo riconosciuto come legittimo strumento di espressione, trova un limite nel rispetto della reputazione altrui. Pertanto, le espressioni utilizzate, anche se connotate da intento satirico, non possono oltrepassare il limite della continenza e della verità dei fatti denunciati, pena l'integrazione del reato di diffamazione. Il giudice, nel valutare la legittimità dell'esercizio di tale diritto, deve verificare se le affermazioni, considerate nel loro contesto complessivo, siano state effettivamente necessarie e proporzionate rispetto allo scopo di critica perseguito, tenendo conto della rilevanza pubblica della persona offesa e dell'interesse generale alla libera manifestazione del pensiero. Ove tali limiti siano superati, la condanna per diffamazione a mezzo stampa è legittima, anche in assenza di prova della consapevolezza dell'imputato circa il contenuto diffamatorio delle espressioni utilizzate, essendo sufficiente la mera negligenza o imprudenza nell'esercizio del diritto di critica. Inoltre, l'acquisizione di ulteriori articoli di stampa, non ricompresi nel capo di imputazione, non integra una violazione del diritto di difesa, in quanto tali documenti possono essere legittimamente valutati ai fini della decisione, senza ampliare l'oggetto dell'accusa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CATENA Rossella - Presidente

Dott. MICCOLI Grazia - Consigliere

Dott. CANANZI Francesco - Consigliere

Dott. SGUBBI Vincenzo - rel. Consigliere

Dott. BIFULCO Daniela - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 28/01/2022 della CORTE di APPELLO di L'AQUILA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
sentita la relazione svolta dal Consigliere VINCENZO SGUBBI;
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore OLGA MIGNOLO che ha chiesto il rigetto del ricorso;
lette le conclusioni del difensore di parte civile, avv. (OMISSIS) del Foro di TERAMO, che ha chiesto il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN…

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